Tre storie insolite – Traduzione italiana a cura di Giovanni Soldini

10.00

Ultima opera pubblicata in vita, queste storie sono tre brevi esempi dell’arte di Patrick White. Iniziando dalla fine possiamo già intuire la grandezza della sua narrativa, del suo stile solo apparentemente semplice, fatto di descrizioni minuziose del momento presente e di continui rimandi e flashbacks. Perciò potremmo dire con T. S. Eliot “In my end is my beginning”. La prima storia, L’urlo della patata, è un breve schizzo (appena due pagine) di ricordi, riflessioni e considerazioni sul tema della vecchiaia e della saggezza:
I would like to believe in the myth that we grow wiser with age.
In a sense my disbelief is my wisdom.
Ballare con entrambi i piedi per terra è un racconto un po’ più lungo. Il narratore è vecchio e tuttavia balla ancora, in cucina: c’è una forza in lui che lo spinge a ballare anche senza rendersene conto. E così facendo guarda alla irrazionalità del passato e ancor più del presente.
L’età di una verruca, infine, è la storia di una vita, quella del narratore (ma anche quella parallela di White stesso), che spazia dall’adolescenza alla vecchiaia. Le tante verruche della nostra vita e della nostra anima – se “sgorbiate” – rovinano la carne: perciò dobbiamo aspettare che il male dentro di noi muoia naturalmente.

 

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