Silvestro Baglioni – gloria picena tra scienza ed arte

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Se essere un genio vuol dire nascere con dotazioni intellettive superiori, saper guardare oltre la realtà delle cose per penetrarla e scoprire ciò che nasconde, spingere il proprio pensiero in molteplici direzioni nell’immenso campo dello scibile con pari incisività e creatività, allora Silvestro Baglioni può fregiarsi a pieno titolo di questo appellativo, concesso solo a pochi nella storia dell’umanità.

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1 recensione per Silvestro Baglioni – gloria picena tra scienza ed arte

  1. Valutato 4 su 5

    Roberto

    La biografia è affidata ad un’insegnante di scuola elementare, Isabella Cappella che personalmente conobbe Baglioni (1876-1957) ed ebbe accesso al suo archivio fotografico. Esprimono i loro apprezzamenti anche un medico di Belmonte Piceno, un discendente, forse medico, e una giornalista di un giornale locale. Pur non essendo un’accademica l’autrice illustra egregiamente i contributi di Baglioni alla dietetica, alla neurofisiologia (di cui fu professore a Pavia e direttore di dipartimento a Roma), ma anche alla discipline umanistiche dell’archeologia e della musicologia. Baglioni non era un positivista e scientista, ma a favore di attività umanistiche in contatto la scienza, Baglioni sottolineò i benefici di cibi come la birra, il vino e l’olio d’olivo. Tramite esperimenti sugli anfibi mostrò che, pur rendendo inattivi gli organi periferici di senso, il comando motorio sempre partiva dal sistema nervoso centrale (circa 1926). Ricevette per questo lodi da due premi Nobel per la medicina: un britannico e un russo. Fu lui a scoprire un insediamento piceno, tendendo a considerare i piceni solo una sub-etnia italica e non un “popolo”. Come musicologo inventò un harmonium e musicò alcune poesie di Leopardi. Fu davvero un genio, come scrive l’autrice, o solo un uomo di grande talento? Secondo illustri scrittori, il secolo dei geni è stato il Seicento, in cui, in contrasto con la fede, si affermò la scienza (dal latino scientia). L’arte e la letteratura non furono da meno. Basta pensare a Cervantes, De Leeuwenhoek, Descartes, Newton, Rembrandt, Shakespeare, che erano uomini etnicamente, linguisticamente, culturalmente uomini europei. Dante Alighieri, nato nel XIII secolo, fu un precursore.

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