Gino Zambon Garibaldi – Vittima sacrificale

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22.00

La vicenda narrata in questo libro, che può parere più un dossier documentale che una narrazione, più una perorazione contro ingiuriose illazioni che la biografia di un idealista ingenuo, vede come protagonista Gino Zambon. E’ un occasione non solo per ricostruire una storia, ma anche per meditare sui sempre attuali casi della vita, ove chi crede in un ideale con coerenza diventa vittima sacrificale, sopratutto di quanti, al di là delle differenze ideologiche o di parte, dovrebbero riconoscergli l’onestà dei sentimenti. E’ vero Garibaldi ha tutti i difetti del suo essere giovane, del vivere emotivamente una stagione in cui la lotta al nazifascismo dava entusiasmo, dell’aderire ad una allora fascinosa dottrina che proclamava l’estrema giustizia sociale. Come milioni di persone, egli abbraccia delle posizioni politiche che un giovane povero era naturalmente portato a condividere.  Di questo gli si è fatta una colpa. E si è cominciato a costruire un castello di voci calunniose cosicché qualcosa è rimasto, è filtrato attraverso i decenni e le generazioni, fino a trovare consacrazione in una pubblicazione che si ripromette di raccontare il passato di Cavasso Nuovo.

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2 recensioni per Gino Zambon Garibaldi – Vittima sacrificale

  1. Valutato 5 su 5

    Renzo Della Valentina (autore del libro)

    Nelle 240 pagine di questo volume, ben 85 rapprersentano documentazioni storiche, testimonianze di alcuni interpreti della Resistenza, footografie e manoscritti d’epoca. Il protagonista è stato fucilato alle mura del cimitero di Udine l’11.02.1945 dai nazifascisti assieme ad altri 23 Patrioti, di cui ben 14 suoi compaesani dopo un processo farsa per rappresaglia ad un assalto alle carceri di Udine da parte dei GAP garibaldini che liberarono ben 73 prigionieri uccidendo due guardie fasciste carcerarie. Gino Zambon fu il primo partigiano di Cavasso Nuovo (02.04.1944) e militò in un battaglione che non aderì alle direttive del CLN locale, che incendiò il Municipio del proprio paese per evitare che i nazifascisti potessero mettere mano all’anagrafe per arruolare forzatamente i giovani ed impedire ai Cosacchi di conoscere i maggiori produttori agricoli ed allevatori per poterli razziare. Gino Zambon Garibaldi evitò così maggiori Martiri e danni ai propri compaesani. Nonostante ciò fu bersagliato dai collaborazionisti locali e da alcuni parenti di qualche Martire seminò nei suoi confronti dicerie fino ad accusarlo di connivenza col nemico nonostante la documentazione storica dimostri (registro matricola delle carceri di Udine – luoghi e date degli arresti e carcerazioni) che fu arrestato penultimo dei 15 partigiani fucilati di Cavasso Nuovo.
    Il revisionismo storico ha cavalcato con una pubblicazione queste fandonie e la Magistratura chiamata a ristabilire la verità ha violato ogni rigore scientifico della storia dando credito al “sentito dire” piuttosto che alle dichiarazioni testimoniali di alcuni protagonisti della Guerra di Liberazione ed a una nutrita documentazione d’epoca motivando l’assoluzione della diffamazione con sinonimi non riportati nemmeno sui più prestigiosi vocabolari della lingua italiana, in un contesto bellico ambientale errato, ovvero quello dell’eccidio di Porzus e del confine orientale, mentre Cavasso Nuovo geograficamente è censito nel Friuli occidentale dove operava la Brigata Unificata Osoppo-Garibaldi denominata “Ippolito Nievo A e B” – sostanzialmente due Sentenze deludenti, singolari e sorprendenti che dimostrano come la Magistratura sia il luogo meno adatto per ristabilire verità storiche. Un libro che merita tutta l’attenzione del lettore attento, un volume già catalogato all’Istituto Friulano della Storia del Movimento di Liberazione di Udine. Cordialità. l’autore: Della Valentina Renzo

  2. Valutato 5 su 5

    Renzo Della Valentina

    Purtroppo ed in ritardo l’autore ha rinvenuto presso l’archivio dell’Associazione Partigiani Osoppo Friuli sito nella Curia Vescovile in Viale Ungheria a Udine, una documentazione storica, ovvero la prima circolare del CLN Veneto (all’epoca non esistiva la Regione denomanta Friuli V.G.) che smentirebbe quanto affermato in Tribunale dai testi indiretti (nipote,fratello, figlio, etc. di alcuni partigiani fucilati l’11.02.1945 alle mura del cimitero di Udine), circa la composizione del CLN di Cavasso Nuovo); testimonanze fatte proprie dal Giudice monocratico del Tribunale di Pordenone e dai tre Giudici della Corte d’Appello di Trieste!
    Informo il lettore che a tal proposito è stato aggiunto nelle ultine stampe del libro a pagina 229 il capitolo numero 36 dal titolo: “QUEL CHE ANCORA NON RISULTA…..”
    Cordialità. L’autore: RENZO DELLA VALENTINA

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