Aquisgrana trafugata

15.00

Dopo aver operato un ribaltamento delle attuali posizioni storiografiche sull’ ‘Alto medioevo  con l’individuazione di Aquisgrana in Val  di Chienti, il prof.Giovanni Carnevale offre ulteriori stimolanti contributi. Le precedenti pubblicazioni si erano basate soprattutto sull’analisi archeologica secondo cui l’epicentro della Rinascenza carolingia va collocato nel Piceno e San Claudio al Chienti, insieme ad altri edifici ad esso coevi, offre finalmente la possibilità di configurare origini, stilemi e tecniche dell’architettura carolingia rimasta ancora, dopo tanti studi, sostanzialmente enigmatica. Ora la ricerca progredisce sul piano della rilettura delle fonti documentarie, in particolare attingendo alla notevole mole dei documenti farfensi, oltre al celebre documento carolingioCapitulare de Villis, finora incompreso per quanto riguarda i riferimenti geografici e topografici in esso contenuti. Lo studio apre due nuovi fronti di ricerca: la Renovatio Imperii Romani, tentata dall’Imperatore sassone Ottone III non ebbe come scenario l’antica Roma dei Cesari, ma Urbis Salvia, la “nuova Roma” in Val di Chienti di cui la moderna storiografica non ha mai avuto il minimo sospetto. L’altro fronte è relativo agli eventi che indussero Federico Barbarossa ad operare la Translatio Imperii da Aquisgrana (in Val di Chienti) ad Aachen in Germania. Dal saeculum obscurumemerge così un sorprendente scenario, quasi il rivelarsi di un mondo caduto nell’oblio.

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